Uno studio clinico randomizzato ha confrontato gli effetti del digiuno intermittente 4:3 rispetto alla restrizione calorica giornaliera sulla perdita di peso, quando combinata con un supporto comportamentale completo. I risultati hanno mostrato che il digiuno intermittente 4:3 ha portato in adulti con sovrappeso o obesità a una perdita di peso modestamente maggiore in 12 mesi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Digiuno intermittente 4:3
I ricercatori della University of Colorado School of Medicine e colleghi hanno assegnato in modo casuale 165 adulti con sovrappeso o obesità al digiuno intermittente 4:3 o alla restrizione calorica, per 12 mesi, per confrontare la perdita di peso tra i due tipi di intervento.
I partecipanti al gruppo del digiuno intermittente 4:3 hanno intrapreso un digiuno modificato per produrre una restrizione energetica dell’80% per 3 giorni non consecutivi alla settimana. Nei giorni senza digiuno, i partecipanti al gruppo del digiuno intermittente 4:3 non hanno dovuto limitare l’assunzione di energia, ma sono stati incoraggiati a fare scelte alimentari sane.
Ai partecipanti al gruppo della restrizione calorica è stato invece prescritto un obiettivo calorico giornaliero, come di consueto nelle solite diete, progettato per produrre un deficit energetico del 34,3%.
A tutti i partecipanti è stata data un’iscrizione gratuita in palestra e sono stati incoraggiati a fare esercizio fisico per almeno 300 minuti a settimana. Oltre al supporto comportamentale basato sul gruppo, i partecipanti hanno ricevuto istruzioni sul conteggio delle calorie e una guida per raggiungere un contenuto di macronutrienti dietetici del 55% di carboidrati, 15% di proteine e 30% di grassi.
Qual è il regime dietetico più efficace?
A 12 mesi, i partecipanti nel gruppo di digiuno intermittente 4:3 hanno avuto una variazione del -7,6% del peso corporeo rispetto al -5% nel gruppo di restrizione calorica.
Il 58% dei soggetti inclusi nel gruppo di digiuno ha raggiunto una perdita di peso di almeno il 5% a 12 mesi rispetto al 47% nel gruppo di restrizione calorica. I partecipanti nel gruppo di digiuno hanno anche ottenuto cambiamenti più favorevoli nei risultati cardiometabolici, tra cui pressione sanguigna sistolica, livelli di colesterolo totale e lipoproteine a bassa densità e livello di glucosio a digiuno. Secondo gli autori, i risultati suggeriscono che, poiché il digiuno non richiede ai partecipanti di concentrarsi sul conteggio delle calorie e sulla limitazione dell’assunzione di cibo ogni singolo giorno, può comportare una maggiore aderenza e dovrebbe essere preso in considerazione nell’ambito degli approcci dietetici per la perdita di peso basati sull’evidenza.