Uno dei temi più dibattuti di medicina preventiva cardiovascolare sono le indicazioni ad un trattamento con antiaggreganti in prevenzione primaria. Differenti studi sono stati pubblicati recentemente su questo argomento, fornendo ulteriori spunti per aiutare il processo decisionale. Un’analisi dei risultati chiave di questi studi è stata pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Aspirina e rischio cardiovascolare
L’aspirina è nota per avere importanti benefici, tra cui la prevenzione di eventi cardiovascolari e la possibile riduzione dell’incidenza e della mortalità di alcuni tipi di cancro. Tuttavia, il suo impiego non è privo di complicazioni. L’uso di aspirina può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale e di emorragia intracerebrale. Nonostante un gran numero di studi in questo campo, rimangono delle domande sul beneficio netto di questo trattamento in prevenzione primaria.
Gli studi sull’argomento
Michael Pignone, della Dell Medical School presso l’Università del Texas, di Austin, afferma che occorre prendere in considerazione nuove evidenze sperimentali quando si prendono decisioni sulla prescrizione dell’aspirina in prevenzione primaria.
Lo studio ASPREE (Aspirin in Reducing Events in the Elderly) ha evidenziato più danni che benefici dovuti al trattamento negli anziani, ma non ha fornito informazioni sui soggetti che stavano ricevendo l’aspirina prima dei 70 anni.
Lo studio ASCEND (A Study of Cardiovascular Events in Diabete) ha riscontrato che l’uso di aspirina era associato a una modesta riduzione degli eventi cardiovascolari e che il rischio di sanguinamento maggiore è aumentato in modo altrettanto modesto. Nessun effetto è stato osservato sul cancro e i risultati sono stati inconcludenti sulla mortalità per tutte le cause.
Niente aspirina sopra i 70 anni
Secondo il dott. Pignone, questi nuovi dati suggeriscono che la terapia con aspirina non dovrebbe essere avviata in prevenzione primaria nella maggior parte degli adulti di età superiore ai 70 anni, con o senza diabete.
Per quelli sotto i 70 anni, l’aspirina può ancora fornire un beneficio netto in quelli ad alto rischio cardiovascolare, in associazione con altri farmaci in prevenzione, come le statine.
Sebbene in questo momento le recenti evidenze stiano allontanando l’uso dell’aspirina, un ulteriore prolungamento del follow-up di questi studi potrebbe fornire informazioni più sostanziali sull’effetto dell’aspirina sul cancro.