Da molti anni i cardiochirurghi tendono a preferire gli interventi riparativi della valvola mitralica, in caso di insufficienza valvolare degenerativa, piuttosto che sostituire la valvola con una protesi.
I risultati ottenuti sembrano essere positivi e incoraggiano a proseguire in questa direzione, ma per fornire informazioni definitive sulla scelta del trattamento più appropriato arriva, come pubblicazione online su Circulation, uno studio che ha utilizzato un vasto database multicentrico di pazienti con insufficienza mitralica degenerativa, per confrontare i risultati a breve e lungo termine delle due procedure.
L’end-point primario era la mortalità per qualsiasi causa, mentre gli end-point secondari erano mortalità operatoria e complicanze legate alla valvola, quali reinterventi, tromboembolismo, sanguinamento o endocardite infettiva. La popolazione inclusa nell’analisi generale comprendeva 1709 pazienti sottoposti a riparazione valvolare e 213 sottoposti a sostituzione valvolare, che nell’analisi con propensity score si sono ridotti a 410 e 203 pazienti rispettivamente.
La mortalità operatoria si è verificata nel 4,7% dei pazienti sottoposti a sostituzione e nell’1,3% dei pazienti sottoposti a riparazione.
Anche la sopravvivenza a 10 e a 20 anni è risultata migliore nei pazienti che hanno subito una riparazione valvolare, 77% e 46% rispettivamente, nei confronti dei soggetti del secondo gruppo (57% e 23%).
L’incidenza di reinterventi è stata simile nei due gruppi.
Questo studio sembra quindi indicare con chiarezza che le procedure d riparazione valvolare, in pazienti con insufficienza mitralica degenerativa, sono gravate da una minore mortalità operatoria e da una migliore sopravvivenza, fornendo un sostanziale riferimento per le prossime linee guida sulla terapia chirurgica delle valvulopatie.