Il fatto che l’età media della popolazione sia in costante aumento è cosa ormai ben nota. Altrettanto evidente è l’impegno della ricerca per cercare di incrementare ancor di più la longevità degli individui, non solo attraverso la lotta a specifiche malattie, ma anche attraverso la modulazione dei processi di invecchiamento che inevitabilmente affliggono il nostro organismo.
Per quanto la ricerca abbia finora fornito risultati eccellenti, il pensiero comune farebbe pensare che vi sia un limite all’allungamento della vita. Ci si aspetterebbe una soglia, oltre la quale il prolungamento della vita diviene impossibile. Ma sarà davvero così?
A porsi questa domanda è stato un gruppo di ricercatori europei, capeggiati da studiosi italiani, che ha valutato i dati raccolti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) per analizzare le possibili proiezioni dei tassi di mortalità, considerando i soggetti con 105 o più anni.
I soggetti studiati, nati quindi tra il 1896 e il 1910, sono stati 3.836 e i risultati sorprendenti, tanto da meritare la pubblicazione nella prestigiosa rivista Science.
Le analisi hanno evidenziato curve di rischio con livelli sostanzialmente invariati quando proiettate oltre i 105 anni. L’effetto è stato più evidente e robusto nelle donne, considerato che nel campione iniziale la quota di maschi era piuttosto ridotta (463 soggetti).
In altri termini, i ricercatori hanno dimostrato che i tassi di mortalità incrementano in modo esponenziale e progressivo fino ad un’età di 80 anni, ma poi decelerano e raggiungono un plateau dopo i 105 anni. Il rischio di morire a 105 anni o a 115 anni sembra così sostanzialmente uguale.
Quello che in concreto lo studio, proiettando al futuro le curve di rischio, è che la longevità continua ad aumentare nel tempo e che non si intravede un limite.
I risultati di questo studio sono destinati a riaccendere il dibattito sulla longevità e sulla durata massima della vita. Cercando magari di guardare oltre al plateau evidenziato dai dati ISTAT. Prima di tutto però saranno da trovare le spiegazioni al fenomeno osservato, anche se evidentemente molto complesse e articolate.
Al tempo stesso, le implicazioni sociali, economiche e sanitarie di questi risultati sono enormi, ma per avere conferme sicure a queste proiezioni, non resta che attendere il passare degli anni. La prospettiva sembra comunque quella di una popolazione sempre più anziana, con una gran percentuale di ultracentenari. Il sogno dell’eterna giovinezza è però ben altra cosa.
Franco Folino