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Immagini straordinarie dal telescopio ESO: una stella di neutroni oltre la nostra Galassia

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This new picture created from images from telescopes on the ground and in space tells the story of the hunt for an elusive missing object hidden amid a complex tangle of gaseous filaments in one of our nearest neighbouring galaxies, the Small Magellanic Cloud. The reddish background image comes from the NASA/ESA Hubble Space Telescope and reveals the wisps of gas forming the supernova remnant 1E 0102.2-7219 in green. The red ring with a dark centre is from the MUSE instrument on ESO’s Very Large Telescope and the blue and purple images are from the NASA Chandra X-Ray Observatory. The blue spot at the centre of the red ring is an isolated neutron star with a weak magnetic field, the first identified outside the Milky Way. Crediti: ESO/NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)/F. Vogt et al.

Nuove immagini del VLT dell’ESO in Cile e di altri telescopi rivelano un ricco panorama di stelle e rilucenti nubi di gas in una galassia nostra vicina, la Piccola Nube di Magellano. Le immagini hanno permesso agli astronomi di identificare un elusivo resto stellare sepolto tra filamenti di gas, ciò che rimane di una esplosione di supernova di 2000 anni fa. Lo strumento MUSE ha potuto stabilire dove si nasconde questo oggetto elusivo, mentre le osservazioni preesistenti dell’Osservatorio Chandra per raggi X ne hanno confermato l’identità di stella di neutroni isolata.

Nuove, spettacolari immagini, prodotte a partire dai dati di telescopi da terra e dallo spazio, ci raccontano la storia della caccia a un oggetto elusivo nascosto tra un complesso intrico di filamenti di gas nella Piccola Nube di Magellano, a circa 200.000 anni luce da Terra.

Nuovi dati dello strumento MUSE installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cile hanno rivelato un notevole anello di gas nel sistema 1E 0102.2-7219, in lenta espansione tra numerosi altri filamenti di gas e polvere in movimento, ciò che rimane dopo un’esplosione di supernova.  La scoperta ha permesso all’equipe guidata da Frédéric Vogt, ESO Fellow in Cile, di identificare la prima stella di neutroni isolata con un basso campo magnetico al di là della Via Lattea.

This picture from the NASA/ESA Hubble Space Telescope sets the scene for the story of the hunt for an elusive missing object hidden amid a complex tangle of gaseous filaments in one of our nearest neighbouring galaxies, the Small Magellanic Cloud. The wisps of gas forming the supernova remnant 1E 0102.2-7219 show up in blue near the centre of the picture. Part of the massive star-forming region, N 76, also known as Henize 1956, appears at the lower right in green and pink. Crediti:
NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

L’equipe ha notato che l’anello era centrato su una sorgente di raggi X scoperta anni fa e designata p1. La natura di questa sorgente era rimasta un mistero. In particolare, non era chiaro se p1 si trovasse effettivamente all’interno del resto o dietro di esso. Solo quando l’anello di gas – che include sia neon che ossigeno – è stato osservato con MUSE, l’equipe scientifica ha realizzato che circondava perfettamente p1. La coincidenza era notevole e ha permesso di dedurre che p1 debba trovarsi proprio all’interno del resto di supernova. Dopo aver determinato l’ubicazione di p1, l’equipe ha utilizzato dati preesistenti ottenuti nella banda dei raggi X dall’Osservatorio Spaziale Chandra per determinarne la natura di stella di neutroni isolata con un basso campo magnetico.

Con le parole di Frédéric Vogt: “Se state cercando una sorgente puntiforme, non potete avere maggior fortuna di quando l’Universo stesso quasi letteralmente disegna un cerchio intorno al luogo dove dovete guardare.”

Quando le stelle massicce esplodono come supernove, lasciano indietro un intreccio di gas caldo e polvere, noto come resto di supernova. Le strutture turbolente sono il modo in cui si ridistribuiscono gli elementi più pesanti – prodotti dalle stelle massicce durante la loro vita e morte – nel mezzo interstellare, dove alla fine vanno a formare nuove stelle e nuovi pianeti.

Di dimensione tipica intorno ai 10 chilometri, ma pesanti più del nostro Sole, le stelle di neutroni isolate con basso campo magnetico dovrebbero essere abbondanti nell’Universo, ma sono molto difficili da trovare perché sono brillanti solo nella banda dei raggi X [2]. Il fatto che la conferma di p1 come stella di neutroni isolata dipenda da osservazioni ottiche è dunque veramente esaltante.

La coautrice Liz Bartlett, anch’essa ESO Fellow in Cile, riassume così la scoperta: “Questo è il primo oggetto del suo genere per cui possiamo confermare che si trovi al di fuori della Via Lattea: la scoperta è stata resa possibile usando lo strumento MUSE come guida. Pensiamo che questo apra nuovi canali di scoperta e di studi per questi resti stellari elusivi.”

 

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