Le recenti linee guida statunitensi AHA/ACC sull’ipertensione arteriosa hanno ridefinito i limiti al di sopra dei quali la pressione si definisce anormale. In questo documento, che abbiamo analizzato in dettaglio in un precedente articolo, viene definita “pressione normale” quella con valori sistolici inferiori a 120mmHg e valori diastolici inferiori a 80mmHg.
Si tratta ovviamente di un’ulteriore spinta verso atteggiamenti terapeutici più aggressivi, lasciando però non pochi dubbi sulla reale applicabilità nella pratica clinica quotidiana.
Tutte le perplessità del caso sono ben riassunte in un recente commento editoriale di George Bakris e Matthew Sorrentino, pubblicato sul New England Journal of Medicine, con libero accesso.
Gli autori non si limitano ad analizzare le evidenze scientifiche che hanno portato ad una revisione al ribasso dei limiti pressori, ma valutano in modo approfondito i rischi correlati ad un utilizzo più aggressivo dei trattamenti antipertensivi.
Il punto critico sembra però legato al principale limite di tutte le linee guida pubblicate in ambito medico, ovvero il fatto che si riferiscano ad un paziente “medio”, quello che in realtà è il campione ideale valutato dai grandi trial clinici.
Purtroppo la realtà è ben altra cosa e ci si deve confrontare con l’unicità biologica del paziente, che richiede una specifica valutazione dei suoi parametri di rischio e un’altrettanto selettiva azione terapeutica.
L’articolo analizza in dettaglio questo aspetto, concludendo che il rischio assoluto dello specifico paziente è una determinante importante per stabilire la necessità di un trattamento farmacologico. Di conseguenza, considera ragionevole obiettivi di trattamento più aggressivi solo nei pazienti a più alto rischio, con target terapeutici per una pressione arteriosa inferiore a 130/80 mmHg, mentre per tutti gli altri valuta più ragionevole continuare a definire “ipertensione” una pressione arteriosa di 140/90 mmHg o superiore.
Il dibattito è più aperto che mai e sarà interessante vedere quale sarà la risposta delle società scientifiche europee, che non tarderà ad arrivare.
Lasciate i vostri commenti nel form dedicato in fondo alla pagina, perché mai come in questo caso è interessante conoscere il parere di chi i pazienti li vede quotidianamente. E quotidianamente si deve districare tra raccomandazioni delle linee guida e realtà clinica.
Franco Folino