Mentre le più recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia in tema di ipertensione arteriosa datano l’ormai il lontano 2013, arrivano da American College of Cardiology, American Heart Association e altre società scientifiche del settore, le nuove linee guida 2017 per la prevenzione, diagnosi, valutazione e trattamento dell’ipertensione negli adulti.
Tra le novità presentate, spicca una nuova classificazione di ipertensione arteriosa, con soglie decisamente più basse per definire la diagnosi. Quattro le situazioni prospettate:
- Pressione normale, per valori di pressione sistolica inferiori a 120mmHg e diastolica inferiori a 80mmHg;
- Pressione elevata, per valori di pressione sistolica compresi tra 120 e 129mmHg e diastolica inferiori a 80mmHg;
- Ipertensione stadio 1, per valori di pressione sistolica compresi tra 130 e 139mmHg o diastolica compresa tra a 80 e 89mmHg;
- Ipertensione stadio 2, per valori di pressione sistolica uguali o maggiori di 140mmHg o diastolica uguali o maggiori di 90mmHg.
A confronto, va ricordato che le ultime linee guida ESC (2013) dividono i pazienti in sette classi e la pressione è considerata ottimale per valori di pressione sistolica inferiori a 120mmHg e di pressione diastolica inferiori a 80mmHg; normale per valori sistolici compresi tra 120 e 129mmHg e/o valori diastolici di 80-84mmHg.
Nel documento vengono anche descritte tutte le forme di ipertensione secondaria e le indagini più appropriate per identificarle.
Vengono successivamente proposte le migliori strategie di trattamento non farmacologico e farmacologico, nonché le soglie per dare indicazione all’uso dei farmaci, in prevenzione primaria e secondaria. Vediamo in dettaglio.
In prevenzione primaria, in soggetti con un rischio cardiovascolare a 10 anni inferiore al 10%, è raccomandato il trattamento se la pressione sistolica è uguale o superiore a 140mmHg o se la pressione diastolica è uguale o superiore a 90mmHg.
In prevenzione secondaria, il trattamento è raccomandato in pazienti con una pressione sistolica uguale o superiore a 130mmHg o una pressione diastolica uguale o superiore a 80mmHg. Questi stessi limiti sono da riferimento per i soggetti in prevenzione primaria, ma con un rischio cardiovascolare uguale o superiore al 10%.
Tra i principi sul trattamento farmacologico dell’ipertensione, spicca una raccomandazione a non utilizzare l’associazione di ACE inibitori e antagonisti recettoriali dell’angiotensina e/o antagonisti della renina, non solo per motivi legati alla parziale sovrapposizione dei loro meccanismi d’azione, ma perché potenzialmente dannosa per il paziente.
Quali sono i target raccomandati dalle linee guida?
Per i pazienti ipertesi con rischio cardiovascolare uguale o superiore al 10% vengono considerati auspicabili valori inferiori a 130/80mmHg. Anche per gli ipertesi senza indicatori di un aumentato rischio cardiovascolare è considerato ragionevole ottenere gli stessi valori di pressione.
Per la terapia iniziale dell’ipertensione sono indicati come farmaci raccomandati i diuretici tiazidici, i calcio antagonisti, gli ACE-inibitori o gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina.
Nella parte conclusiva del documento sono descritte in dettaglio le raccomandazioni terapeutiche in caso di specifiche comorbidità e le strategie di approccio al paziente con crisi ipertensiva.
Franco Folino