Una recente revisione sistematica e meta-analisi ha valutato le differenze nei rischi di sanguinamento tra anticoagulanti orali diretti (NOAC) e una singola terapia antipiastrinica (aspirina). I risultati hanno evidenziato come i tassi di sanguinamento maggiore per apixaban e dabigatran a dose terapeutica erano simili all’aspirina a basso dosaggio. Nel confronto tra i due anticoagulanti è emerso che i sanguinamenti erano più frequenti per rivaroxaban.
Questi risultati possono aiutare a comprendere meglio i rischi di sanguinamento associati agli anticoagulanti rispetto all’aspirina. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Anticoagulanti diretti e aspirina a confronto
I ricercatori della McMaster University e colleghi hanno studiato i dati di nove studi clinici randomizzati che avevano incluso 26.224 pazienti e avevano confrontato i rischi di sanguinamento dei NOAC a dose terapeutica con la singola terapia antipiastrinica.
Gli studi inclusi nell’analisi avevano una durata minima del trattamento di tre mesi mentre quelli che valutavano i NOAC a basso dosaggio e utilizzavano due o più terapie antitrombotiche sono stati esclusi.
I pazienti negli studi inclusi sono stati caratterizzati da una storia recente di ictus, una storia di fibrillazione atriale (FA) clinica ed emorragia intracranica, una storia di FA considerata non idonea alla terapia con antagonisti della vitamina K, una FA subclinica rilevata su pacemaker o defibrillatori e una tromboembolia venosa dopo sei-dodici mesi di anticoagulazione iniziale.
I NOAC studiati erano apixaban, rivaroxaban e dabigatran. Tutti gli studi hanno utilizzato l’aspirina come unica terapia antipiastrinica utilizzata.
I principali esiti erano emorragia maggiore ed emorragia intracranica, mentre altri esiti includevano emorragia fatale, gastrointestinale, non maggiore e minore clinicamente rilevante.
Apixaban e dabigatran: un rischio emorragico simile
I ricercatori hanno scoperto che il 2,16% dei pazienti aveva avuto un’emorragia maggiore e lo 0,66% aveva sofferto di una emorragia intracranica. I rischi assoluti sia per emorragia maggiore che per emorragia intracranica erano simili per la dose terapeutica di apixaban e dabigatran rispetto all’aspirina, ma più elevati con l’uso di rivaroxaban rispetto all’aspirina.
Questi risultati possono aiutare a valutare in modo ponderato il rischio emorragico in pazienti che devono assumere anticoagulanti orali di tipo diretto o aspirina.