Il cancro del polmone è la principale causa di morte per neoplasia e spesso viene diagnosticato in una fase avanzata, quando non è più possibile alcun trattamento. Per questo sono stati proposti differenti programmi di screening per questa forma di tumore, ma i risultati ottenuti sono stati molto variabili.
Secondo alcune analisi, lo screening della popolazione generale mediante una semplice radiografia del torace non riduce la mortalità per cancro al polmone, ma comporta un alto rischio di falsi positivi.
Come indagine alternativa è stata proposta la tomografia computerizzata a bassa dose (CT), ma anche in questo caso i risultati sono stati contrastanti. Lo screening con CT comporta comunque il rischio di effetti avversi. Oltre al rischio radiologico, sono stati registrati frequenti risultati falsi positivi, in circa il 20% dei pazienti. Inoltre, circa il 90% dei noduli scoperti sono risultati essere falsi positivi.
Un nuovo studio, pubblicato recentemente online sulla rivista Annals of Internal Medicine, contribuisce a fare chiarezza in questo campo, cercando di identificare un modello affidabile per selezionare i fumatori che maggiormente potranno beneficiare di un programma di screening.
Per fare questo sono stati confrontati 9 modelli di rischio di cancro del polmone: il modello di Bach, il modello Spitz, il modello Liverpool Lung Project (LLP), il modello rischio di incidenza LLP (LLPi), il modello Hoggart, il modello Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial 2012 (PLCOM2012), il predittore di Pittsburgh, il Lung Cancer Risk Assessment Tool (LCRAT) e il Lung Cancer Death Risk Assessment Tool (LCDRAT).
La validità dei modelli è stata valutata utilizzando i dati di 337.388 fumatori inclusi nel National Institutes of Health – AARP Diet and Health Study e 72.338 fumatori inclusi nello studio CPS-II (Cancer Prevention Study II) coorte Nutrition Survey.
Ponendo una soglia di rischio a 5 anni del 2%, i modelli utilizzati nell’analisi hanno selezionato una popolazione di screening negli Stati Uniti variabile tra i 7,6 e 26 milioni di fumatori. Questa ampia differenza è risultata legata alla contrapposizione di quattro modelli ben calibrati (Bach, PLCOM2012, LCRAT e LCDRAT) e cinque modelli che generalmente sovrastimavano il rischio.
I quattro modelli con le migliori prestazioni hanno anche evidenziato la massima sensibilità a una specificità fissa, e una discriminazione simile a una soglia di rischio fissa. Questi modelli hanno mostrato un migliore accordo sulla dimensione della popolazione di screening, compresa in questo caso tra i 7,6 e i 10,9 milioni di fumatori, e hanno raggiunto un consenso sulle persone scelte del 73%.
Questo studio, finanziato principalmente dal programma di ricerca intramurale di National Institutes of Health/National Cancer Institute, ha così identificato quattro modelli che consentono di ottenere i migliori risultati in termini di stratificazione del rischio e di selezione della popolazione da sottoporre a screening.
Si tratta di un passo fondamentale per rendere più efficienti i vasti programmi di screening necessari per la prevenzione del carcinoma polmonare, contenendo spese ed effetti collaterali e concentrando l’attenzione sui fumatori che più suscettibili alla malattia.