L’herpes zoster, è una malattia virale piuttosto comune, caratterizzata da un’eruzione cutanea dolorosa, con vesciche, in genere in forma di una singola striscia larga. L’eritema di solito guarisce entro due o quattro settimane, ma alcune persone possono sviluppare una nevralgia post-erpetica che può durare mesi o anni.
L’herpes zoster è dovuto alla riattivazione del virus della varicella zoster, rimasto inattivo nelle cellule nervose. I fattori di rischio per questa malattia includono l’età avanzata, la depressione del sistema immunitario e l’aver avuto la varicella prima dei 18 mesi di età.
Il vaccino contro questo virus riduce non solo il rischio di contrarre la malattia dal 50 al 90% dei casi, a seconda del vaccino utilizzato, ma anche i tassi di nevralgia post-erpetica.
Si stima che questa infezione possa colpire un terzo della popolazione, in particolare, come detto, i soggetti anziani, e sono quindi proprio questi che possono maggiormente beneficiare di un trattamento immunizzante.
In effetti, negli ultimi tempi il Sistema Sanitario Nazionale ha promosso l’utilizzo di questo vaccino, rendendolo gratuito nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, per le persone con 65 anni o più.
A confermare gli effetti positivi di questo strumento di prevenzione è un recente lavoro apparso online su The Lancet Public Health, che ha valutato gli effetti del programma di vaccinazione inglese a distanza di tre anni dalla sua introduzione. Questa iniziativa prevede la somministrazione del vaccino in persone di 70 anni.
Sono stati inclusi nell’analisi i dati raccolti da un vasto registro sanitario, valutando l’incidenza della malattia, l’incidenza della neuralgia post-erpetica e l’estensione della copertura vaccinale in oltre trecentomila persone, di età compresa tra i 60 e gli 89 anni.
I risultati evidenziano come nel primo anno del programma vaccinale, la copertura per i soggetti compresi tra i 70 e i 79 anni è aumentata rapidamente, raggiungendo circa il 35% nella prima fase, e poi aumentato a un ritmo più lento, fino a una copertura del 60-63% entro la fine del primo anno.
Nel secondo e terzo anno, la copertura ha mostrato ancora una volta un aumento iniziale, ma la frazione di soggetti immunizzati a fine anno è stata inferiore, fermandosi al 58-61%.
Durante i primi 3 anni di vaccinazione, nei gruppi di pazienti ammessi di routine alla vaccinazione, l’incidenza dell’infezione erpetica si è ridotta del 35%, quella della nevralgia post-erpetica del 50%. In base a questi valori si rileva un’efficacia del vaccino di circa il 62% contro l’herpes zoster e del 70-88% contro la nevralgia post-erpetica.
Questo studio fornisce interessanti informazioni, estremamente utile per capire non solo i fenomeni legati alla malattia, ma per poter anche apprezzare le dinamiche legate alla stessa copertura vaccinale.
Prima di tutto si osserva chiaramente come l’efficacia della campagna di vaccinazione dipende fortemente da un’adeguata e costante promozione, che deve essere prevalentemente svolta nell’ambito delle cure primarie.
Si dimostra inoltre, come il programma di vaccinazione contro l’herpes zoster, in Inghilterra, abbia avuto un effetto estremamente positivo, facendo ridurre di circa 17.000 unità gli episodi infettivi e di 3.300 unità gli episodi di nevralgia post-erpetica. Questo solo nei primi tre anni del programma.
Clicca sulla voce bibliografica per andare all’articolo.