Proprio nei giorni scorsi abbiamo commentato uno studio che ha presentato i risultati di una esperienza preliminare, sull’impianto percutaneo di una protesi valvolare aortica. Sul numero del 26 dicembre del Journal of the American College of Cardiology arriva ora un lavoro sull’utilizzo di una nuova valvola aortica autoespandente, destinata all’impianto transcatetere.
Nata per i pazienti con stenosi aortica severa sintomatica ad alto rischio chirurgico, la valvola CENTERA, prodotta dalla Edwards, ha dimostrato un tasso di sopravvivenza a 30 giorni del 99 percento. Un ictus disabilitante è stato registrato nel 2,5% dei casi e un pacemaker permanente è stato impiantato nel 4,9% dei pazienti. Inoltre, in nessun caso è stata evidenziata un’insufficienza perivalvolare severa, mentre un’insufficienza valvolare moderata si è presentata solo nello 0,6% dei casi.
Sempre nella valutazione a 30 giorni, l’area effettiva dell’orifizio valvolare aortico è passata da 0,71cm2 a 1,88cm2, contemporaneamente il gradiente aortico si è ridotto da 40mmHg a 7mmHg.
Tutti i 203 pazienti nello studio sono stati trattati tramite la via di accesso transfemorale con sedazione cosciente.
La valvola Edwards CENTERA è riposizionabile e recuperabile e può essere posizionata tramite un sistema di a basso profilo, con impugnatura motorizzata, che consente il rilascio e la stabilizzazione in sede della valvola.
I pazienti dello studio sono stati arruolati in 23 centri in Europa, Australia e Nuova Zelanda e saranno seguiti per cinque anni.
Questo nuovo dispositivo sembra quindi offrire non solo una ottima efficacia terapeutica, ma anche una percentuale molto bassa di eventi avversi. Va sottolineato come uno dei più comuni tra questi, ovvero la necessità di impiantare un pacemaker dopo il posizionamento della valvola, si sia presentata davvero molto raramente, rispetto a quanto atteso per questa procedura. È quindi possibile che il sistema automatico di posizionamento si comporti in modo meno traumatizzante, sul del tessuto di conduzione nodale e perinodale, nei confronti dell’azione diretta di un operatore.
La presentazione di questi risultati testimonia come la ricerca in questo campo sia molto attiva e fa intuire come probabilmente, in un non lontano futuro, assisteremo ad un significativo allargamento delle indicazioni all’impianto transcatetere della valvola aortica.
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