Il suicidio assistito è un argomento estremamente complesso, che riveste implicazioni di ordine etico, politico, sanitario e legale. Purtroppo si tratta di un argomento che torna di attualità solo periodicamente, in occasione di casi di particolare interesse pubblico, per poi ritornare in un limbo ovattato, dove viene dimenticato, senza che ci si decida ad affrontare il problema e a fissare regole equilibrate e certe che rispondano alle richieste dei pazienti e tolgano dall’incertezza i medici.
Il problema però continua a riproporsi, interessando molti più pazienti di quanto si potrebbe credere.
Una società scientifica, l’American College of Physicians (ACP), ha però pubblicato in questi giorni un Position Paper sull’argomento, indicando quali sono i loro indirizzi sull’argomento.
Nel documento ACP dichiara di essere attento a tutte le argomentazioni che vengono fatte sul tema del fine vita. Allo stesso tempo però ritiene però che gli argomenti etici contro la legalizzazione del suicidio assistito dal medico siano prevalenti.
L’ACP arriva a queste conclusioni attraverso una rigorosa analisi della situazione, con riferimenti al mondo politico, all’etica e alla pratica clinica, ponendo come problema centrale la fiducia nel rapporto medico-paziente. Nel contempo, è incoraggiato un maggior sforzo della società per affrontare la sofferenza e le esigenze dei pazienti e delle famiglie, come ad esempio l’accesso ai servizi di lungodegenza e alle cure palliative.
La posizione presa da questa società scientifica sembra piuttosto deludente e apparentemente concentrata a risolvere il problema con una semplice e netta negazione, forse nel tentativo di prevenire contenzioni legali troppo onerosi.
Anche se l’ACP conclude dichiarando il proprio impegno per un miglioramento delle cure per i pazienti in tutto il corso della loro vita, sembra che nel momento più critico non si lasci molto spazio al dialogo, fornendo la più semplice delle risposte: un no.
Il tema del fine vita non sarà eludibile ancora a lungo. E’ necessario un serio e conclusivo confronto tra politici, religiosi e medici, per raggiungere un accordo il più possibile condiviso, ma basato su dati scientifici certi, che conceda ai pazienti una scelta consapevole e un sostegno forte, nella decisione più difficile della loro vita.