La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante in cui le guaine isolanti delle cellule nervose, del cervello e del midollo spinale sono danneggiate. A causa di questa alterazione sono compromesse le capacità di trasmissione degli stimoli nervosi, con conseguenti segni e sintomi, inclusi problemi fisici, mentali e talvolta psichiatrici.
Di questa malattia già abbiamo discusso in dettaglio nell’intervista realizzata con il Prof. Calabrese.
La rivista Brain ha recentemente pubblicato una review sull’argomento, che approfondisce il tema della terapia cellulare, partendo dal presupposto che al momento non esistono cure in grado di arrestare la progressione della malattia o indurre la riparazione dei danni preesistenti nel sistema nervoso centrale.
Le terapie con cellule staminali agiscono attraverso differenti meccanismi, tra cui la rigenerazione dei difetti del sistema immunitario che portano alla malattia e la modifica di reazioni immunitarie, e meccanismi di riparazione endogena, utilizzando cellule staminali mesenchimali e altre cellule staminali estratte da midollo osseo, tessuto adiposo, placenta o altri tessuti.
Sono analizzate in dettaglio quattro strategie terapeutiche: l’immunoablazione, seguita dal trapianto di cellule staminali ematopoietiche; la terapia con cellule staminali endogene mesenchimali; la manipolazione farmacologica dei meccanismi riparativi endogeni; l’utilizzo di cellule progenitrici di oligodendrociti e di cellule pluripotenti.
In ciascuno di questi capitoli sono valutate le premesse biologiche e identificati quali sono i pazienti candidati ideali per il trattamento cellulare, analizzando in dettaglio le procedure del trapianto.
Non manca un’attenta analisi dei costi, una completa revisione della letteratura e le inevitabili considerazioni di natura etica.
La review termina con alcune considerazioni conclusive. Innanzitutto si valuta l’immunoablazione seguita da trapianto ematopoietico autologo, come una terapia tendenzialmente potente e durevole, da utilizzare anche in pazienti con recidive altamente aggressive della malattia. È poi supposto come efficace il trapianto, con mobilitazione e manipolazione farmacologica, nei pazienti con forme progressive della malattia, dove predominano i meccanismi degenerativi. Infine, si conclude che tutte le forme di terapia cellulare per la sclerosi multipla dovrebbero essere considerate, in questo momento, come procedure sperimentali.
Neil J. Scolding, et al. Cell-based therapeutic strategies for multiple sclerosis. BRAIN 2017