Già da alcuni anni differenti studi hanno fatto sospettare una stretta relazione tra livelli sierici di testosterone ed eventi avversi cardiovascolari, sindrome metabolica, diabete e mortalità, in pazienti in trattamento con questo ormone. I risultati però sono tutt’altro che univoci, e va sottolineato che queste sperimentazioni sono state osservazionali e retrospettive.
Per far chiarezza sull’argomento arriva ora uno studio con un disegno in doppio cieco, controllato, portato a termine in 9 centri statunitensi.
Sono stati inclusi uomini di età uguale o superiore ai 65 anni e con un livello di testosterone inferiore a 275ng/dl. Il testosterone è stato somministrato in forma di gel all’1% in bottiglia. Il gel placebo aveva un confezionamento simile al trattamento attivo. La dose è stata inizialmente di 5 grammi al giorno, ed è stata regolata in base ai livelli di testosterone misurati in laboratorio nelle differenti visite programmate.
L’outcome primario è stato la variazione del volume della placca coronarica non calcifica, determinato con angiografia tomografica computerizzata. L’end point secondario riguardava il volume totale delle placche coronariche e la quantità di calcio coronarico. Le valutazioni angiografiche sono state fatte alla visita basale e a 12 mesi.
I soggetti arruolati nello studio, pubblicato sul JAMA, sono stati complessivamente 138: 73 assegnati al trattamento attivo, 65 al gruppo di controllo. Nel corso del periodo di follow-up è stato evidenziato come il trattamento con testosterone si associava con un incremento maggiore del volume della placca coronarica (aumento media 40mm3), rispetto al gruppo di controllo (aumento medio 4mm3). Per quanto riguarda gli endpoint secondari, non vi sono state differenze nelle variazioni nel tempo del contenuto di calcio coronarico tra i due gruppi. Al contrario, il volume totale delle placche è aumentato maggiormente nel gruppo trattato con testosterone (incremento medio 57mm3 versus 21mm3).
Questo studio fornisce dati molto chiari, che ci permettono di fare un primo passo importante verso la definizione degli effetti cardiovascolari del trattamento con testosterone. Gli incrementi volumetrici delle placche coronariche non calcifiche non lasciano dubbi. A questo punto, considerato il numero non irrilevante di soggetti che assumono un trattamento ormonale sostitutivo, è indispensabile ottenere informazioni sulle reali implicazioni cliniche correlate a queste cure.