Sappiamo come la Cina sia uno dei paesi più inquinati al mondo e a quanto pare anche la sua enclave privilegiata, Hong Kong, ne è sostanzialmente coinvolta.
Proprio in questa regione, è ora dimostrata un’associazione tra ricoveri per asma bronchiale, ozono atmosferico e variabili ambientali.
Lo studio, pubblicato su Thorax, ha registrato un totale di 56.112 ricoveri per asma nel periodo 2004-2011. Nel corso di questo intervallo la temperatura registrata nella metropoli, che gode di un clima subtropicale, è variata tra gli 8.8 e i 31.8 °C.
L’analisi dei risultati ha considerato in modo separato due stagioni principali: la calda e la fredda. Nella prima si è visto che il numero di ricoveri era più basso per temperature fino a 27 °C, per poi aumentare fino ad un picco, quando la temperatura raggiungeva i 30 °C; tra i 30 °C e i 32 °C il numero di ricoveri si stabilizzava.
Sempre in questo periodo, la concentrazione di ozono è risultata fortemente correlata al numero di ricoveri per asma. Per ogni aumento di 10 mg/m3 di ozono si evidenziava un incremento del rischio di 4.04% e di 8.72%, rispettivamente nell’analisi per il singolo inquinante e nell’analisi multi-inquinanti.
Nessuna associazione significativa è emersa considerando altri inquinanti atmosferici.
Nella stagione fredda, per temperature inferiori a 15,2 °C, il calo di un grado della temperatura media si associava con un aumento del rischio del 5,79%. Una riduzione dell’1% dell’umidità relativa, al di sotto del 58% si associava ad un aumento del rischio del 2,88%. Anche in questo periodo climatico, gli altri inquinanti analizzati non hanno evidenziato associazioni significative.
I risultati di questa sperimentazione sono molto chiari e indicano valori di incremento del rischio, indotto dalle variabili climatiche e dall’ozono, particolarmente elevati, tanto che gli autori raccomandano l’utilizzo di climatizzatori per mantenere valori controllati di umidità e temperatura negli ambienti in cui vivono persone con asma.
Per quanto riguarda l’ozono, tipicamente più presente nei caldi mesi estivi, soprattutto nelle ore centrali della giornata, con maggiore soleggiamento, questo studio fornisce un’ulteriore conferma alla sua influenza negativa nelle patologie polmonari.
E’ interessante notare che al contrario l’ozono non ha mai dimostrato con chiarezza di esercitare effetti negativi a carico del sistema cardiovascolare, attribuiti invece in modo inequivocabile al particolato atmosferico, ed in particolare alle polveri sottili.