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Alterazioni dell’epitelio intestinale anche nei non-celiaci sensibili al grano

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Villi dell'intestino tenue in paziente celiaco/Wikipedia commons

Anche i soggetti con una semplice sensibilità ai prodotti a base di grano, in assenza di una malattia celiaca, presentano un’attivazione immunitaria ed una compromissione dell’epitelio intestinale. A queste conclusioni è giunto un lavoro recentemente pubblicato sulla rivista Gut, ad opera di un gruppo di ricercatori statunitensi ed italiani.

La celiachia è una malattia genetica autoimmune a carico prevalentemente dell’intestino tenue. Quando le persone affette mangiano cibi con glutine (una proteina presente nel grano, segale e orzo), si attiva una risposta immunitaria anomala che può portare alla produzione di diversi autoanticorpi con reazioni in differenti organi. Nel piccolo intestino si evoca una reazione infiammatoria che può produrre un accorciamento dei villi, fino all’atrofia. Questo fenomeno causa una riduzione dell’assorbimento delle sostanze nutritive che spesso porta all’anemia.

I sintomi più classici includono diarrea cronica, distensione addominale, malassorbimento, perdita di appetito. Tra i bambini è comune il ritardo della crescita.

L’unico trattamento attualmente disponibile per la malattia celiaca è una rigorosa dieta priva di glutine. La maggior parte dei pazienti riferisce un miglioramento dei sintomi nel giro di poche settimane, anche se la guarigione intestinale può richiedere diversi anni.

In Italia i pazienti con celiachia sono in costante crescita. Al 31 dicembre del 2014 risultavano 172.197, quasi 8.000 in più rispetto al 2013 e 23.500 in più nei confronti del 2012. Le regioni più colpite sono la Lombardia e il Lazio.

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La diagnosi si basa solitamente su una combinazione di test anticorpali del sangue e biopsie intestinali, aiutata da specifici test genetici. Il Ministero della Sanità propone due specifici algoritmi diagnostici, per i bambini e per gli adulti.

 

Algoritmo diagnostico per la celiachia in età pediatrica
Algoritmo diagnostico per la celiachia in età pediatrica/Fonte Ministero della Sanità, 2015.

 

 

Algoritmo diagnostico per la celiachia negli adulti
Algoritmo diagnostico per la celiachia negli adulti/Fonte Ministero della Sanità, 2015. 

 

Alcuni individui soffrono una serie di sintomi in risposta all’ingestione di prodotti contenenti grano o cereali simili, pur senza presentare i caratteristici aspetti diagnostici sierologici, istologici e genetici della celiachia. Sono solitamente inquadrati come soggetti sensibili al glutine, non-celiaci.

I potenziali meccanismi alla base di questa condizione non sono ancora ben definiti, sembra però delinearsi anche in questo caso un coinvolgimento del sistema immunitario.

Lo studio ha voluto verificare se, a causa di una compromessa integrità dell’epitelio intestinale, vi sia un’attivazione immunitaria sistemica in risposta a prodotti microbici traslocati dall’intestino alla circolazione, così come proposto da alcune sperimentazioni. La sperimentazione ha inoltre valutato se tale attivazione è in relazione ad un epitelio intestinale compromesso e se l’attivazione immunitaria o i danni all’epitelio sono reversibili eliminando dalla dieta il frumento e i relativi cereali. Sono stati studiati 80 pazienti con un’età media di 34,6 anni.

I risultati hanno evidenziato come i soggetti non-celiaci con sensibilità al grano avevano un livello elevato di marcatori di attivazione immunitaria (CD14 solubile e lipopolisaccaride legante le proteine). Sono risultati elevati anche marker specifici di danno delle cellule epiteliali intestinali. Una dieta appropriata ha portato alla normalizzazione degli indici di reazione immunitaria.

Questo studio sembra quindi indicare che anche in soggetti con semplice ipersensibilità ai prodotti del grano, pur in assenza di una diagnosi di celiachia, è presente una significativa attivazione del sistema immunitario. I dati sembrano altresì confermare la presenza di una traslocazione microbica, verosimilmente legata ad un’alterazione dell’epitelio intestinale. Quali sono i meccanismi che causano queste alterazioni? Questo è ancora da chiarire e sarà certamente oggetto di futuri studi.

Sembra che questa forma di sensibilità al grano sia una forma intermedia, o differente, di celiachia, peraltro con un’importanza clinica rilevante e che potrebbe affliggere un elevato numero di soggetti, forse maggiore degli stessi celiaci.

 

Cover

 

Uhde M, et al. Intestinal cell damage and systemic immune activation in individuals reporting sensitivity to wheat in the absence of coeliac disease. Gut 2016;65:1930–1937. LIBERO ACCESSO

 

 

 

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