Il 30 novembre la sonda Cassini, dopo aver subito un’accelerazione gravitazionale dal satellite di Saturno, Titano, entrerà fase finale della sua missione, sorvolando i poli del pianeta e attraversando la regione inesplorata sul bordo esterno degli anelli principali.
La sonda, che porta il nome dell’astronomo italiano Giovanni Domenico Cassini, è stata lanciata ben diciannove anni fa e nel 2004 ha raggiunto il pianeta, fornendo importanti informazioni. Tra le scoperte più clamorose di questa missione, che nasce dalla collaborazione di NASA, Agenzia Spaziale Italiana e Agenzia Spaziale Europea, vi sono la rivelazione dell’oceano di Encelado e dei mari di metano liquido su Titano, due dei 62 satelliti del pianeta.
Gli strumenti a bordo della sonda saranno in grado di raccogliere particelle e gas degli anelli per un’analisi qualitativa. Pur volando vicino ai frammenti di roccia e ghiaccio che compongono gli anelli, la sonda non dovrebbe danneggiarsi.
Queste sottili strutture che circondano Saturno si estendono da 6.630 km a 120.700 km verso l’esterno dell’equatore ed hanno in media circa 20 metri di spessore. Le dimensioni dei frammenti che li compongono variano dalla grandezza di un granello di polvere fino ai 10 metri.
Gli anelli sono divisi in sette fasce, separate bande che appaiono vuote. La loro distribuzione sembra dovuta a complesse dinamiche, non ancora ben definite, influenzate dalla gravità del pianeta stesso e da quella delle sue numerose lune.
Ci sono due ipotesi principali sull’origine degli anelli. La prima è che siano i resti di una luna di Saturno andata distrutta. La seconda è che siano particelle della nebulosa originale da cui Saturno si è formato. Parte del ghiaccio che compone l’anello “E” pare provenga da eruzioni della luna di Encelado.
Oltre a poter analizzare la composizione degli anelli, la sonda Cassini avrà anche l’opportunità di fornire immagini sulle lune più piccole di Saturno, in orbita in prossimità o addirittura all’interno degli anelli stessi.
La sonda inizierà a inviare nuove immagini nel mese di dicembre, con una risoluzione di 1 km per pixel dedicandosi alle porzioni esterne degli anelli principali di Saturno: A, B e F.
Nel mese di marzo si sposterà sul cono d’ombra del pianeta offrendo una visione in controluce delle sue componenti, nella speranza di catturare immagini di nuvole di polvere espulse da impatti meteorici.
Nel 2017 la missione andrà verso la sua conclusione con un gran finale. Attivando per un’ultima volta il suo motore principale, ormai a corto di carburante, il 15 settembre passerà tra gli anelli di Saturno ed entrerà nell’atmosfera del pianeta, fornendo altre importantissime informazioni, tra cui l’altezza stessa dell’atmosfera.
Guarda il video che riassume le fasi finali della missione.