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Iperaldosteronismo: il test di conferma che potrebbe ostacolare la diagnosi

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Blood pressure device copyright American Heart Association

Uno studio clinico sull’accuratezza dei test diagnostici ha rilevato che il test di soppressione salina da seduto (SSST), un test di conferma per l’iperaldosteronismo primario (AP), spesso fornisce informazioni errate sulle decisioni terapeutiche a valle.

Si tratta di un rilievo importante, perché l’iperaldosteronismo primario è una delle cause più comuni di ipertensione, rappresentando circa il 10%-30% di tutte le persone con ipertensione.

Secondo gli autori dello studio, i loro risultati suggeriscono che l’SSST rappresenta un ostacolo inutile alle cure. L’eliminazione del test di conferma dal percorso diagnostico per l’iperaldosteronismo primario potrebbe contribuire a migliorare l’accuratezza diagnostica e ridurre i tempi di trattamento. Questo rappresenta un importante cambiamento di paradigma nel campo dell’ipertensione. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Un lungo e complesso processo diagnostico

Le persone con iperaldosteronismo primario presentano ghiandole surrenali iperattive che producono troppo aldosterone, un ormone che trattiene i sali. È importante riconoscerlo perché sono disponibili trattamenti eccellenti e la patologia è potenzialmente curabile, ma meno dell’1% dei pazienti viene diagnosticato e trattato a causa delle difficoltà associate al lungo e complesso processo diagnostico. Nel primo studio del suo genere, i ricercatori dell’Università di Calgary hanno condotto uno studio clinico tra gennaio 2017 e agosto 2024 su 156 adulti con un risultato positivo al test di screening per l’ipertensione arteriosa per determinare se un successivo test di conferma (SSST) avesse diagnosticato accuratamente l’iperaldosteronismo primario.

Erroneamente classificati come normali

Tutti i pazienti dello studio sono stati trattati per iperaldosteronismo primario; questo includeva un intervento chirurgico (per rimuovere una ghiandola surrenale iperattiva che produceva troppo aldosterone) o l’uso di farmaci specializzati, per bloccare gli effetti dell’aldosterone.

La risposta al trattamento è stata quindi utilizzata come gold standard per determinare lo stato della malattia. La risposta positiva, compatibile con l’iperaldosteronismo primario, si basava su una significativa riduzione della pressione arteriosa, sulla riduzione del numero di farmaci antipertensivi e sulla normalizzazione dei parametri biochimici dopo il trattamento.

I ricercatori hanno scoperto che l’SSST non era in grado di discriminare tra pazienti responder e non responder al trattamento in modo diverso dal caso. Un gran numero di pazienti che avevano risposto al trattamento per l’iperaldosteronismo primario sono stati erroneamente classificati come “normali” dall’SSST.

 

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