
Un recente studio ha evidenziato una diminuzione della quantità di mielina in alcune regioni del cervello nei podisti che si sono impegnati in una maratona.
La ricerca ha coinvolto solo dieci partecipanti ed è stato pubblicato sulla rivista Nature Metabolism. Tuttavia, questo effetto involutivo sulla sostanza che circonda i neuroni è completamente regredito a distanza di due mesi dalla maratona.
Saranno necessari ulteriori studi per valutare se questi cambiamenti abbiano un effetto sulle funzioni neurofisiologiche e cognitive associate alle regioni interessate, ma gli autori notano che la maggior parte della mielina nel cervello non è stata colpita dal fenomeno.
La mielina come fonte di energia
L’esercizio a lungo termine costringe il corpo umano ad attingere alle riserve di energia. I maratoneti, ad esempio, utilizzano principalmente carboidrati come il glicogeno come fonte di energia, ma passeranno ai grassi quando il glicogeno nei muscoli si esaurisce.
La mielina, che circonda i neuroni nel cervello e funge da isolamento elettrico, è composta principalmente da lipidi. Precedenti ricerche sui roditori suggeriscono che questi lipidi possono agire come riserva di energia in condizioni metaboliche estreme.
Carlos Matute e colleghi hanno utilizzato la risonanza magnetica per ottenere immagini del cervello di dieci maratoneti (otto uomini e due donne) prima e entro 48 ore dalla corsa di 42 chilometri.
Hanno anche ottenuto immagini del cervello di due dei corridori due settimane dopo la gara e di sei corridori due mesi dopo la gara, come follow-up.
Due mesi per recuperare
Misurando la frazione di acqua mielinica nel cervello, un indicatore della quantità di mielina, gli autori hanno riscontrato una riduzione costante del contenuto di mielina in 12 aree della materia bianca nel cervello. Queste aree sono associate alla coordinazione motoria e all’integrazione sensoriale ed emotiva.
Dopo due settimane, le concentrazioni di mielina erano aumentate sostanzialmente, ma non avevano ancora raggiunto i livelli pre-gara. Gli autori hanno scoperto che il contenuto di mielina si era completamente ripreso due mesi dopo la maratona.
I ricercatori osservano che una limitazione dello studio è la piccola dimensione del campione e che sono necessari test in una coorte più ampia. Gli autori concludono che la mielina potrebbe essere considerata una fonte di energia quando altri nutrienti del cervello vengono esauriti durante l’esercizio di resistenza e che sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire in che modo le forme di esercizio più estreme siano correlate alla quantità di mielina nel cervello.