Un’analisi post-hoc dei dati dello studio LEADER (Liraglutide Effect and Action in Diabetes: valutazione degli esiti cardiovascolari) ha rilevato che rispetto al placebo, la liraglutide ha ridotto significativamente il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori nei pazienti anziani ad alto rischio con diabete. I risultati di un breve research report sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Le complicazioni del diabete
Le complicazioni associate al diabete di tipo 2 aumentano con l’età, rendendo più difficile il trattamento dei pazienti anziani che soffrono di questa malattia. Lo studio LEADER ha dimostrato una riduzione del 13% dei principali eventi cardiovascolari avversi con l’utilizzo del farmaco liraglutide, rispetto ad un gruppo di pazienti che assumevano placebo.
I ricercatori del Larner College of Medicine, dell’Università del Vermont, hanno condotto un’analisi post hoc dei dati dello studio, incentrati sugli esiti clinici in pazienti anziani ad alto rischio di eventi cardiovascolari. Hanno scoperto che i pazienti di età pari o superiore a 75 anni avevano una riduzione del rischio del 34% e del 29% nella frequenza di eventi cardiovascolari avversi maggiori, confrontando rispettivamente i pazienti in trattamento attivo con liraglutide rispetto al gruppo di soggetti trattati con placebo.
È stato inoltre osservato che le riduzioni del rischio erano meno importanti nei pazienti più giovani. Più precisamente in quelli di età compresa tra 60 e 74 anni e in quelli con meno di 60 anni. Anche la riduzione del rischio di morte per tutte le cause, ottenuto grazie all’utilizzo di liraglutide è stato sensibilmente maggiore tra i soggetti più anziani.
Un farmaco per la gestione del diabete
Liraglutide è in vendita in Italia da ormai molti anni. È un agonista a lunga durata d’azione del recettore del Glucagone-like peptide-1 (GLP-1). Più recentemente ha iniziato ad essere utilizzato per il trattamento dell’obesità.
Secondo i ricercatori svizzeri, i risultati dello studio dovrebbero aiutare i medici a prendere decisioni cliniche sulla gestione ottimale del diabete di tipo 2 nei pazienti anziani.