Gli anticoagulanti orali ad azione diretta sono almeno altrettanto efficaci e sicuri del warfarin per i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Questi farmaci hanno anche benefici simili in diversi sottogruppi di pazienti e sembravano sicuri ed efficaci per un’ampia gamma di pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Sono questi i risultati di uno studio comparativo sull’efficacia pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Il rischio tromboembolico
I pazienti con fibrillazione atriale hanno aumentato il rischio di ictus embolico, insufficienza cardiaca e deterioramento cognitivo. La terapia anticoagulante orale con antagonisti della vitamina K, come il warfarin, è stata uno standard per la prevenzione dell’ictus, ma è difficile da monitorare ed è associata ad avverse interazioni tra cibo e farmaco. Gli anticoagulanti diretti, come dabigatran e apixaban, rivaroxaban ed edoxaban, sono approvati per il trattamento della fibrillazione atriale non valvolare. Differenti studi hanno già dimostrato che sono farmaci efficaci o sicuri quanto il warfarin per la prevenzione dell’ictus.
I ricercatori del Duke Clinical Research Institute hanno esaminato 117 studi pubblicati per confrontare gli anticoagulanti diretti con il warfarin nel prevenire eventi tromboembolici e complicanze emorragiche. Hanno evidenziato come i quattro anticoagulanti diretti oggi disponibili sono almeno altrettanto efficaci e sicuri del warfarin per i pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare.
Sono inoltre emerse alcune peculiarità sull’effetto delle differenti molecole: dabigatran è superiore al warfarin nel prevenire l’ictus o l’embolia sistemica; anche apixaban è superiore al warfarin nel prevenire l’ictus o l’embolia sistemica e ha anche meno rischi di causare sanguinamenti maggiori.
Questi nuovi risultati sembrano fornire una ulteriore dimostrazione dell’efficacia e della sicurezza di questi, ormai non più, nuovi farmaci. Forniscono quindi una valida alternativa agli antagonisti della vitamina K nella prevenzione degli eventi tromboembolici in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare.
I limiti imposti alla loro diffusione speriamo siano presto rimossi, per consentire ai pazienti di poter disporre senza restrizioni di farmaci certamente più sicuri e probabilmente più efficaci.