L’incidenza del diabete di tipo 1 e di tipo 2 tra le donne in età riproduttiva è in aumento in tutto il mondo. Nonostante i progressi nel trattamento del diabete al di fuori della gravidanza, le donne con questa malattia hanno ancora un rischio significativamente maggiore di esiti ostetrici avversi, tra cui la morte perinatale e le malformazioni congenite del nascituro, rispetto alla popolazione non diabetica.
Un recente studio svedese, pubblicato con libero accesso sul British medical Journal, ha esaminato l’associazione tra diabete di tipo 1 materno e il rischio di difetti alla nascita, in base ai livelli di emoglobina glicata, misurata entro i tre mesi precedenti la data stimata del concepimento o successivamente.
L’analisi, basata sui dati raccolti da un database sanitario nazionale, ha confrontato 2458 bambini nati da madre con diabete di tipo 1 e oltre un milione di nati da madri senza diabete. Sono stati considerati solamente i bambini nati vivi.
I risultati hanno evidenziato una maggiore incidenza di difetti cardiaci nei bambini di madri diabetiche (122 casi versus 15 casi per 1000 neonati). I tassi di malformazione tra i neonati di madri con diabete di tipo 1 erano: 33 su 1000 per un livello di emoglobina glicata inferiore a 6,5%, 49 su 1000 per livelli di emoglobina glicata compresi tra 6,5% e <7,8%, 44 su 1000 per livelli di emoglobina glicata compresi tra 7,8% e <9,1%, 101 su 1000 per livelli di emoglobina glicata superiori o uguali a 9,1%.
Per quanto riguarda le malformazioni non cardiache, sono stati registrati 50 casi tra i neonati di madri con diabete di tipo 1 e 18 casi per 1000 neonati di madri senza diabete. In questo caso il rischio non è risultato aumentare in modo statisticamente significativo in nessuno dei quattro livelli di emoglobina glicata esaminati (rispettivamente 22, 19, 17 e 32 su 1000).
Nella popolazione scandinava considerata, emerge quindi non solo che il diabete di tipo 1 è legato ad un aumentato rischio di malformazioni congenite, com’era da attendersi, ma anche che più alti livelli di emoglobina glicata misurati nelle fasi che precedono la nascita si associano ad un rischio progressivamente maggiore di difetti cardiaci nel neonato. Più sfumata è risultata invece la relazione tra livelli di emoglobina glicata e incidenza di malformazioni congenite non cardiache.
Va osservato che nelle madri che evidenziavano livelli di emoglobina glicata considerati sostanzialmente normali, ovvero inferiori a 6,5%, il rischio di malformazioni congenite cardiache del nascituro era comunque più del doppio rispetto alle madri non malate.