Gli inibitori del sistema renina-angiotensina sono farmaci estremamente diffusi in ambito cardiovascolare, in particolare per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e dello scompenso cardiaco. Il loro utilizzo può però estendersi anche in ambito oncologico, dove hanno fornito risultati interessanti.
Il principio su cui si basa il loro utilizzo nel trattamento delle neoplasie è che il sistema renina-angiotensina è presente in molti tessuti, con l’angiotensina II che riveste un ruolo importante nell’omeostasi del tessuto stesso.
Anni fa erano state pubblicate alcune metanalisi che indicavano un effetto pro-cancerogeno degli antagonisti recettoriali dell’angiotensina, ma successive sperimentazioni hanno poi escluso questa associazione.
Negli ultimi anni, al contrario, sono stati evidenziati effetti positivi del losartan in pazienti affetti da carcinoma pancreatico duttale.
Ad analizzare questa complessa situazione arriva ora una completa review, pubblicata recentemente, con libero accesso, su Science Translational Medicine, dove vengono analizzati gli effetti del sistema renina-angiotensina nel microambiente tumorale e il suo ruolo nell’immunità tumorale.
Le conclusioni della pubblicazione sono incoraggianti e rilevano come, in effetti, gli inibitori del sistema renina-angiotensina possano attenuare la crescita tumorale e limitarne la diffusione. Al tempo stesso queste molecole possono facilitare e migliorare l’azione di altre terapie sistemiche, incrementando il rilascio di questi trattamenti a livello del tessuto tumorale.
Viene inoltre confermato come l’angiotensina II e il suo sistema recettoriale siano in grado di inviare segnali che modulano la risposta immunitaria nel microambiente tumorale, con molteplici effetti positivi per il paziente.
Sono infine indicati quali sono i tipi di neoplasia che hanno evidenziato una migliore risposta al trattamento con antagonisti del sistema renina-angiotensina.