La storia naturale della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è costellata da recidive acute di malattia. Già in passato alcuni studi avevano cercato di elaborare dei modelli predittivi per stratificare la prognosi di questi malati, ma concentrandosi prevalentemente sull’evento morte.
Il numero di agosto della rivista Thorax, ospita ora una nuova sperimentazione che ha avuto come obiettivo principale quello di sviluppare uno strumento in grado di prevedere la riospedalizzazione, o la morte senza riospedalizzazione, a 90 giorni dalla dimissione.
Lo studio ha contemplato un campione di derivazione (824 pazienti) e due di validazione: uno interno all’ospedale in cui era stato reclutato il campione di derivazione (802 pazienti) e uno esterno (791 pazienti).
Questi i parametri predittivi che sono stati inizialmente considerati: età, pacchetti di sigarette consumati all’anno, score per la dispnea MRC esteso (eMRC), FEV1 % prevista, precedenti ricoveri e durata del ricovero.
Dopo una prima valutazione dei risultati, nel modello finale sono stati inclusi i seguenti parametri: precedenti ricoveri, eMRC, età di 80 anni o maggiore, cuore polmonare, scompenso ventricolare sinistro. Lo score che ne è risultato è stato chiamato PEARL.
L’analisi statistica ha dimostrato come questo punteggio è sufficientemente preciso e discriminativo e che valori più elevati si associano ad un intervallo di tempo più breve prima di una nuova ospedalizzazione.
Il PEARL score varia da 0 a 9 punti. Il paziente che ottiene un punteggio da 0 a 1 ha un rischio basso di riospedalizzazione, da 2 a 4 il rischio è intermedio e da 5 a 9 è alto.
La possibilità fornita da questo nuovo strumento, di identificare con precisione pazienti maggiormente a rischio di una precoce nuova ospedalizzazione, può consentire di intraprendere misure appropriate e mirate per prevenire episodi acuti ricorrenti.