Già precedenti sperimentazioni avevano osservato un effetto favorevole di un trattamento con statine nei pazienti con carcinoma del colon. Un recente studio, pubblicato online su Gastroenterology ha confermato queste indicazioni, evidenziando come le statine, assunte dopo la diagnosi della neoplasia, riducevano il rischio di mortalità per qualsiasi causa e per neoplasia.
Questo studio retrospettivo ha valutato 999 pazienti con diagnosi di carcinoma del colon, in trattamento o meno con statine (simvastatina, pravastatina, cerivastatina, fluvastatina, atorvastatina e rosuvastatina).
Durante il follow-up sono stati registrati 465 decessi, di cui 69 nel gruppo di pazienti in trattamento con statine (32,9%) e 396 nel gruppo dei pazienti che non le assumevano (50,2%). La mediana della durata del trattamento è stata di 90 giorni. La sopravvivenza a cinque anni è stata del 65,7 tra i pazienti trattati con statine e del 54,6% tra i pazienti non trattati.
L’assunzione delle statine dopo la diagnosi di neoplasia del colon si associava significativamente ad una riduzione del rischio di mortalità per qualsiasi causa (RR 0,65) e di mortalità per neoplasia (RR 0,64).
L’assunzione di una statina non ha evidenziato una riduzione della mortalità da cancro nei pazienti con tumori KRAS wild-type o nei tumori KRAS mutati.
Questo studio sembra quindi confermare come un trattamento con statine possa esprimere effetti favorevoli sulla prognosi dei pazienti con carcinoma del colon, ed in particolare nei pazienti i cui tumori mantengono l’espressione della proteina morfogenetica ossea.
Si tratta di uno studio retrospettivo, ma le indicazioni fornite rafforzano le evidenze di altre sperimentazioni e richiedono ulteriori definitive conferme da studi con disegni sperimentali adeguati.
I meccanismi con cui le statine inducono questi effetti sulla sopravvivenza non sono ancora stati dimostrati, ma vi sono alcune ipotesi fisiopatologiche. Il loro effetto finale sarebbe quello di inibire la proliferazione e indurre l’apoptosi nelle cellule tumorali del colon-retto. Sappiamo che queste molecole inibiscono la sintesi del mevalonato, per bloccare la sintesi del colesterolo. Questa inibizione agirebbe nel contempo anche sulla sintesi del farnesil pirofosfato, che è essenziale per la prenilazione della KRAS. Un’altra ipotesi è che le statine agiscano attraverso l’attivazione del percorso di segnalazione della proteina morfogenetica ossea (BMP).