Gli effetti collaterali dei trattamenti con statine sono molto ben conosciuti. Quelli considerati più frequenti sono i disturbi muscolari, che possono variare da un semplice senso di debolezza fino ai crampi e alla vera e propria mialgia, con o senza innalzamento dei livelli di creatin kinasi.
Se si vanno però a verificare con attenzione i risultati dei trial clinici condotti sulle statine, in realtà si osserva una grande variabilità nell’incidenza di questo tipo di evento avverso. Così la mialgia può variare dallo 0 al 33%, mentre nelle casistiche basate sulla pratica clinica, si attesta tra l’1 e il 5 %. Anche l’incremento dei livelli di creatin kinasi è molto variabile, risultando compreso tra lo 0 ed il 4,9%. D’altra parte l’incidenza di miosite è molto bassa, aggirandosi appena sopra lo 0,1%, e ancor più quella della rabdomiolisi, che risulta ben inferiore allo 0,1%.
Qual è la vera incidenza dei disturbi muscolari in corso di trattamento con statine?
Indicazioni molto interessanti, e per certi versi sorprendenti, arrivano da un recente studio pubblicato online su The Lancet. Si tratta di un trial clinico sulle statine, condotto su una vasta popolazione di pazienti che comprendeva due fasi: una randomizzata e in doppio cieco; una non randomizzata e non in cieco.
Ebbene, gli sperimentatori hanno notato come i disturbi muscolari non erano presenti nella prima fase, mentre comparivano nella seconda, quando pazienti e medici erano consapevoli che era in corso un trattamento con statine.
Lo studio ASCOTT
L’opportunità di valutare gli effetti collaterali da statine in due fasi sperimentali differenti arriva dallo studio ASCOTT (Anglo-Scandinavian Cardiac Outcomes Trial), che ha valutato 10.240 tra uomini e donne, di età compresa tra i 40 e i 79 anni.
Nell fase con randomizzazione, il 50% dei pazienti è stato inserito in un gruppo di trattamento con placebo e il rimanente 50% in un gruppo di trattamento con atorvastatina.
Nella fase in aperto, sono stati inclusi 9.899 pazienti, seguiti in un follow-up di 2,3anni. Di questi, il 65% utilizzava una terapia con statine (la maggioranza atorvastatina 10 mg).
I risultati
Durante la fase randomizzata, il tasso di eventi avversi legati a disturbi muscolari è stato simile nei pazienti in trattamento attivo o in placebo (2,03% annuo vs 2% annuo).
Durante la fase di estensione non randomizzata, non in cieco, i tassi di eventi avversi riportati sono stati inferiori a quelli della fase randomizzata. D’altra parte, i disturbi muscolari sono stati registrati più frequentemente nei pazienti in trattamento consapevole con statine piuttosto che in quelli che non le utilizzavano (1,26% annuo vs 1% annuo).
Conta di più il rischio cardiovascolare o il supposto rischio di miopatia?
Questi risultati sembrano confermare che la reale incidenza di effetti avversi sul sistema muscolare indotti dalle statine è sostanzialmente inferiore a quanto si riscontra nella pratica clinica quotidiana. Anche in questa sperimentazione, nella fase in doppio cieco, l’incidenza di effetti avversi è stata simile nei soggetti in trattamento attivo e in quelli che assumevano placebo.
Sembra quindi evidenziarsi un effetto nocebo, indotto dalla consapevolezza del medico e del paziente dei possibili disturbi muscolari indotti dal farmaco.
Questo effetto va considerato con attenzione quando si intraprende un trattamento con statine, valutando in modo equilibrato l’importanza di un trattamento con statine per la riduzione degli eventi cardiovascolari nei soggetti a rischio.
Franco Folino