Home In Evidenza Le apnee notturne durante il sonno potrebbero causa lesioni nelle aree cerebrali...

Le apnee notturne durante il sonno potrebbero causa lesioni nelle aree cerebrali della memoria

479
0

L’apnea notturna ostruttiva, una condizione che causa una riduzione dei livelli di ossigeno durante il sonno, è collegata alla degenerazione delle regioni cerebrali associate alla memoria, attraverso danni ai piccoli vasi sanguigni cerebrali. È quanto emerge da recente studio pubblicato sulla rivista Neurology®, la rivista medica dell’American Academy of Neurology.

La ricerca ha rilevato che i cambiamenti cerebrali erano fortemente associati alla gravità dei cali dei livelli di ossigeno durante la fase REM del sonno. Lo studio non dimostra che l’apnea notturna causi questa degenerazione, ne mostra solo l’esistenza.

L’apnea notturna ostruttiva

L’apnea notturna ostruttiva si verifica quando i muscoli della gola si rilassano durante il sonno, bloccando le vie aeree e causando ripetuti risvegli per respirare. Questa alterazione del ritmo sonno-veglia può ridurre i livelli di ossigeno, che a sua volta può danneggiare i piccoli vasi sanguigni nel cervello.

Il sonno REM è la fase in cui si verificano la maggior parte dei sogni ed è associato a numerose funzioni cruciali del sonno, tra cui il consolidamento della memoria e l’elaborazione delle esperienze emotive.

“L’apnea notturna ostruttiva è un disturbo del sonno che aumenta con l’età e bassi livelli di ossigeno durante il sonno possono compromettere la capacità del nostro cervello e del nostro corpo di funzionare correttamente”, ha affermato l’autore dello studio Bryce A. Mander, dell’Università della California, Irvine. “Il nostro studio ha scoperto che bassi livelli di ossigeno dovuti all’apnea notturna ostruttiva, soprattutto durante la fase REM del sonno, possono essere collegati al declino cognitivo dovuto al danno ai piccoli vasi sanguigni del cervello e all’impatto a valle di questo danno sulle aree cerebrali associate alla memoria”.

Un danno causato da lesioni ai piccoli vasi sanguigni nel cervello

Lo studio ha coinvolto 37 persone con un’età media di 73 anni che non presentavano deterioramento cognitivo. Non assumevano sonniferi. I partecipanti sono stati sottoposti a studi del sonno durante la notte. Del gruppo, 24 persone soffrivano di apnea notturna ostruttiva.

I ricercatori hanno misurato i loro livelli di ossigeno durante la notte, in tutte le fasi del sonno, inclusa la fase REM. I partecipanti sono stati sottoposti a scansioni cerebrali per misurarne la struttura.

I ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di ossigeno durante la fase REM del sonno erano associati a livelli più elevati di iperintensità della sostanza bianca nel cervello. Le iperintensità della sostanza bianca sono punti luminosi che compaiono nelle scansioni cerebrali e che si ritiene riflettano danni alla sostanza bianca. Questo danno può essere causato da lesioni ai piccoli vasi sanguigni nel cervello.

I livelli minimi di saturazione dell’ossigeno nel sangue durante il sonno e il tempo totale trascorso dormendo al di sotto di un livello di ossigeno nel sangue del 90% hanno predetto la quantità di iperintensità totali della sostanza bianca nel cervello. Avere un livello di ossigeno nel sangue pari o inferiore al 90% è quindi motivo di preoccupazione.

I ricercatori hanno anche misurato il volume dell’ippocampo e lo spessore della corteccia entorinale, entrambe aree associate alla memoria. Hanno scoperto che una maggiore iperintensità della sostanza bianca era collegata a una riduzione del volume e dello spessore in queste aree.

Deficit nella memoria dipendenti dal sonno

I partecipanti sono stati sottoposti a un test di memoria prima e dopo il sonno per determinare la memoria dipendente dal sonno. I ricercatori hanno scoperto che i deficit nella memoria dipendente dal sonno erano collegati a una riduzione dello spessore della corteccia entorinale.

“Nel complesso, i nostri risultati potrebbero spiegare in parte come l’apnea notturna ostruttiva contribuisca al declino cognitivo associato all’invecchiamento e al morbo di Alzheimer, attraverso la degenerazione delle regioni cerebrali che supportano il consolidamento della memoria durante il sonno”, ha affermato Mander.

Uno dei limiti di questo studio era rappresentato dal fatto che i partecipanti erano principalmente bianchi e asiatici, quindi i risultati potrebbero non essere coerenti in altre popolazioni.

Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging e dall’American Academy of Sleep Medicine Foundation.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui