I resti di un cane da caccia preistorico recentemente scoperto a Dmanisi, in Georgia, potrebbero essere la prima prova dell’arrivo di cani cacciatori in Europa. Lo studio che suggerisce la presenza di questi cani predatori insieme ai primi umani trovati nella stessa zona è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Scientific Reports.
Saverio Bartolini-Lucenti e colleghi hanno analizzato i resti di un grosso cane, datati tra 1,77 e 1,76 milioni di anni fa. L’esemplare è il primo caso noto di cane da caccia in Europa, che precede il diffuso movimento di questi cani dall’Asia all’Europa e all’Africa durante la fase Calabriana (da 1,8 a 0,8 milioni di anni fa) del Pleistocene.
Una dieta composta per oltre il 70% da carne
Gli autori hanno identificato strutture dentali distinte che suggeriscono che il cane Dmanisi appartenesse alla specie Canis (Xenocyon) lycaonoides, il cane da caccia eurasiatico, originario dell’Asia orientale e che potrebbe essere l’antenato dei cani cacciatori africani vivi oggi. Le caratteristiche dentali del cane corrispondono anche ad altre specie simili a cani selvatici (Canidi) della stessa epoca e oggi identificate come altamente carnivore. La loro dieta era composta per oltre il 70% da carne.
Queste caratteristiche includono terzi premolari più stretti e più corti di quelli degli onnivori e un carnassiale allargato e aguzzo, un dente posto nel mezzo della mascella che ha il ruolo di frantumare il cibo.
Gli autori non hanno riscontrato un’usura significativa sui denti, suggerendo che il cane fosse un adulto giovane ma grande, stimando il suo peso intorno ai 30 kg.
Poiché i resti umani trovati in precedenza a Dmanisi sono la prima prova diretta che i primi umani si trasferirono dall’Africa circa 1,8 milioni di anni fa, i risultati attuali suggeriscono che i cani cacciatori e i primi umani vivevano insieme in quest’area. Questi cani predatori eurasiatici potrebbero essersi poi dispersi in Africa, Asia ed Europa, diventando uno dei carnivori più diffusi nei reperti fossili.