Le cellule staminali derivate da individui con disturbo dello spettro autistico (ASD) attivano programmi genetici prima e di conseguenza crescono in una linea temporale diversa, quando si sviluppano in neuroni in cultura, rispetto a quelli derivati dai partecipanti di controllo. È quanto riferisce un articolo pubblicato online nei giorni scorsi su Nature Neuroscience.
Sebbene questo lavoro abbia esaminato solo le cellule sviluppate in colture, può aiutarci a capire in che modo i primi cambiamenti nell’espressione genica potrebbero portare a uno sviluppo cerebrale alterato nei soggetti con ASD.
Il modello sperimentale
Fred Gage e colleghi hanno prelevato cellule della pelle da otto individui con ASD e cinque partecipanti di controllo. Gli autori hanno trasformato le cellule della pelle in cellule staminali pluripotenti e le hanno avviate lungo il percorso fino a diventare neuroni.
Gli autori hanno monitorato l’espressione genica delle cellule nel tempo e hanno trovato programmi genetici che si sono attivati uno dopo l’altro, riflettendo lo sviluppo delle cellule in neuroni.
Nelle cellule derivate dai partecipanti con ASD, il primo programma genetico – associato allo stadio di cellule staminali neurali – è stato attivato prima che nelle cellule di controllo.
Gli autori riportano che questo programma attivato precoce comprende molti geni che sono stati associati a maggiori possibilità di sviluppare ASD. I neuroni che si sono sviluppati dalle cellule dei partecipanti con ASD sono inoltre cresciuti più velocemente e hanno rami più complessi rispetto a quelli del gruppo di controllo.
Differenze nell’espressione genica molto profonde
Gli autori hanno fatto anche un’ulteriore scoperta. Indurre le cellule staminali pluripotenti a saltare lo stadio di cellule staminali neurali e diventare direttamente neuroni, non ha comportato le stesse differenze nell’espressione genica e nella crescita tra le cellule dei donatori con ASD e nei partecipanti al controllo.
Questi risultati sembrano quindi contribuire a rafforzare l’ipotesi della presenza di patologie molecolari convergenti nei pazienti con disturbi dello spettro autistico. Inoltre, identificano gli stadi in cui le cellule sono a livello staminale come periodi critici di sviluppo in cui si gettano le basi per la propensione alla malattia.