Con specifiche valutazioni delle abilità cognitive degli adolescenti è possibile individuare soggetti a rischio di sviluppare in futuro la malattia di Alzheimer. Sono queste le conclusioni cui è giunto un recente lavoro pubblicato con libero accesso sulla rivista JAMA.
La malattia di Alzheimer e la cura che non c’è
A causa del progressivo invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer sta diventando sempre più frequente. A questo si contrappongono i deludenti risultati degli studi clinici che hanno valutato differenti terapie senza successo. Ad oggi dobbiamo ammettere che per questa malattia non esiste una cura.
Al contempo però, si moltiplicano le sperimentazioni che cercano di identificare i principali fattori di rischio per questa infermità, al fine di indirizzare e sviluppare iniziative di prevenzione primaria.
In particolare, la caratterizzazione del lungo stadio asintomatico della malattia di Alzheimer sta permettendo lo sviluppo di studi di intervento e programmi di prevenzione secondaria su soggetti asintomatici a rischio, prima che si verifichino disfunzioni e perdite neuronali irreversibili sostanziali.
Sulla base dei risultati di quest’ultimo studio sembra che l’identificazione di soggetti a rischio e le misure di prevenzione possano iniziare già nell’adolescenza.
La capacità cognitiva in adolescenza e lo sviluppo della malattia di Alzheimer
Un gruppo di ricercatori dell’American Institutes for Research, di Washington DC, ha voluto valutare l’associazione tra capacità cognitive adolescenziali e malattia di Alzheimer e disordini correlati.
Lo studio ha valutato specifiche capacità cognitive che includevano attitudini linguistiche e test di abilità, attitudini intellettuali complesse, test di visualizzazione, test di matematica e attitudini ecclesiastiche e percettive.
L’analisi è stata sviluppata utilizzando i dati del Project Talent-Medicare che ha registrato informazioni socioeconomiche sugli adolescenti, raccolte nelle scuole superiori nel 1960, e i dati sui sussidi e sulle spese del registro Medicare dal 2012 al 2013.
Sono stati inclusi complessivamente 43.014 uomini e 42.749 donne di età compresa tra 66 e 73 anni. Tra questi, rispettivamente il 2,9% e il 3,3% hanno sviluppato una malattia di Alzheimer.
Negli uomini, un minor ragionamento meccanico è stato associato a maggiori probabilità di sviluppare la malattia (OR 1,17). Nelle donne, il maggior rischio era identificato da una minor memoria per le parole (OR 1,16).
Prestazioni inferiori su linguaggio, ragionamento, visualizzazione e attitudini matematiche nell’adolescenza hanno mostrato associazioni più deboli con la probabilità di sviluppare la malattia.
Una prevenzione molto precoce
Questo studio dimostra quindi come specifiche misure della capacità cognitiva nell’adolescenza rappresentino parametri in grado di prevedere, a distanza di oltre 50 anni, lo sviluppo della malattia di Alzheimer.
Per quanto possa apparire incredibile, i risultati sembrerebbero quindi indicare che già in giovane età si nascondono le origini di questa infermità.
Al di là degli aspetti fisiopatologici che si nascondono dietro la malattia di Alzheimer, ancora molto controversi, cosa più importante è che identificare molto precocemente soggetti a rischio, consente di pianificare con largo anticipo adeguate misure di prevenzione.
Franco Folino