Già nel 2016 una metanalisi che aveva incluso dodici studi e oltre 87.000 pazienti, aveva dimostrato che l’utilizzo a lungo termine (oltre un anno) di inibitori di pompa protonica (PPI), fa aumentare il rischio di sviluppare polipi ghiandolari del fundus. Lo stesso studio evidenziava inoltre una possibile associazione tra questi antisecretori e il carcinoma gastrico, con un indice di rischio piuttosto importante (1.43), ma avvertendo su possibili errori dell’analisi, legati al limitato numero di studi inclusi e all’influenza di possibili fattori confondenti.
Per approfondire questo argomento arriva ora da Hong Kong un nuovo studio, pubblicato online su Gut, che ha valutato l’effetto dei PPI sul rischio di carcinoma gastrico, in pazienti precedentemente sottoposti a un trattamento per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori.
L’analisi finale dello studio ha incluso ben 63.397 pazienti, con un’età media di 55 anni, seguiti per un follow-up medio di 7,6 anni.
Lo 0,24% dei pazienti in trattamento con PPI ha sviluppato un carcinoma gastrico, a un’età media alla diagnosi di 71 anni, avendo ricevuto la terapia eradicante a un’età media di 65 anni. Tutti erano negativi per Helicobacter pylori e avevano una sottostante gastrite cronica.
Chi aveva assunto PPI aveva quindi un rischio più elevato di carcinoma gastrico con un hazard ratio di 2,44 (aggiustato con propensity score).
Confrontando un gruppo di riferimento in cui i PPI erano usati con frequenza meno che settimanale, l’analisi ha evidenziato un progressivo aumento del rischio di cancro gastrico nei pazienti che li utilizzavano più frequentemente. Il rischio aumenta così con la durata del trattamento: 5,04 per un anno o più di utilizzo; 6,65 per due o più anni di utilizzo; 8,34 per tre o più anni di utilizzo.
Lo studio ha anche valutato un ulteriore gruppo di controllo formato da pazienti che assumevano antagonisti dei recettori H2, non sottoposti a eradicazione dell’Helicobacter pylori. In questi soggetti è stata evidenziata un’incidenza di carcinoma gastrico di 0,8 casi su 10.000 persone/anno.
Questi dati sembrano quindi indicare in modo convincente il possibile incremento di rischio per il carcinoma gastrico in pazienti che hanno subito un trattamento per l’Helicobacter pylori e sono in trattamento cronico, a lungo termine con PPI.
Considerando l’estrema diffusione di questi farmaci, è quindi necessario esercitare una particolare prudenza nella loro prescrizione, in attesa di nuovi studi che chiariscano in modo definitivo l’associazione tra l’uso dei PPI e il rischio di carcinoma gastrico, anche in pazienti non sottoposti a trattamento di eradicazione.