La qualità e la durata del sonno sono state messe in relazione in più occasioni con l’insorgere di malattie cardiovascolari e metaboliche. Uno studio pubblicato questo mese su Kidney International ha voluto analizzare le modificazioni della funzionalità renale in funzione della durata del sonno, nel corso di un follow-up di ben 11 anni.
Sono state incluse nello studio, dal 1989, 4238 con un’età media di 58 e una velocità di filtrazione glomerulare stimata di 88,3 ml/min/1.73 m2. La mediana della durata del sonno era di 7 ore. Gli individui che dormivano 5 ore o meno per notte avevano un indice di massa corporea più elevato e una maggiore prevalenza di ipertensione e malattie cardiovascolari.
Un rapido declino della funzione renale è stato osservato in 529 soggetti (12%), con la velocità di filtrazione glomerulare che è passata da 103,5 ml/min/1,73 m2 al basale (1989) a59,3 ml/min/1,73m2 al follow-up (2000). Tra questi, 288 (54%) hanno sviluppato un’insufficienza renale cronica di stadio 3 o superiore. Dopo un aggiustamento per tutte le variabili confondenti considerate, l’Odds Ratio per un rapido declino della funzione renale, nei confronti dei soggetti che dormivano 7-8 ore, era 1.79 per i soggetti che riferivano di dormire 5 ore o meno, 1.31 per quelli che dormivano 6 ore a notte, entrambi significativi.
Inoltre era rilevata una tendenza significativa nel declino annualizzato della velocità di filtrazione glomerulare di 1,2 ml/min/1,73 m2/anno, per gli individui che dormivano 5 ore o meno per notte, 0,9 ml/min/1,73 m2/anno per chi dormiva 6 ore, 0,8 ml/min/1,73 m2/anno per chi dormiva 7 o più ore a notte.
In estrema sintesi, lo studio sembra quindi dimostrare, come più breve è la durata del sonno, più veloce è il declino della funzione renale. Dati decisamente allarmanti, che rafforzano il concetto di quanto importante sia un adeguato periodo di riposo notturno per ridurre il rischio di differenti malattie.
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