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Dal congresso ESC 2024: le nuove linee guida per la gestione delle malattie arteriose periferiche

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Le linee guida ESC 2024 per la gestione delle malattie arteriose e aortiche periferiche (PAAD) valutano queste malattie vascolari insieme come parte dello stesso sistema cardiovascolare, riconoscendo che i pazienti con malattie aortiche sono a rischio di avere malattie vascolari periferiche e viceversa. Le linee guida sono rivolte ai cardiologi, ma sono state coordinate per l’allineamento con le linee guida per i chirurghi da EACTS e approvate da VASCERN ed ESVM.

“Queste linee guida aggiornate sono state introdotte ora a causa di significativi progressi e cambiamenti nella nostra comprensione e gestione delle malattie arteriose aortiche e periferiche (PAD), comprese nuove modalità di trattamento, da quando le ultime linee guida sono state pubblicate rispettivamente nel 2014 e nel 2017”, afferma il co-presidente delle linee guida ESC, il professor Jose Fernando Rodriguez Palomares, University Hospital Vall d’Hebron, Barcellona, ​​Spagna.

“La decisione di integrare queste linee guida si basa su diversi fattori chiave. L’aorta e le arterie periferiche sono componenti integrali dello stesso sistema arterioso. I disturbi in una parte di questo sistema hanno spesso implicazioni per l’altra”, aggiunge la co-presidente, la professoressa Lucia Mazzolai dell’Ospedale universitario di Losanna, in Svizzera. “Combinando le linee guida si forniscono raccomandazioni coerenti e standardizzate per la gestione delle malattie arteriose nel loro complesso. Ciò garantisce che i pazienti ricevano cure coerenti e coordinate in diverse condizioni vascolari, riducendo la frammentazione e migliorando i risultati complessivi del trattamento”.

La prevalenza aumenta

Si stima che la PAAD colpisca circa 113 milioni di persone di età pari o superiore a 40 anni a livello globale, di cui quasi la metà (43%) vive in paesi a basso e medio reddito. La prevalenza globale è dell’1,5% e aumenta con l’età, colpendo il 15-20% delle persone di età pari o superiore a 70 anni e il 20-30% di quelle di età pari o superiore a 80 anni. La prevalenza è aumentata del 72% dal 1990 al 2019, nonostante la popolazione globale sia cresciuta solo del 45%.

La PAD è un problema circolatorio comune in cui le arterie ristrette riducono il flusso sanguigno agli arti, più frequentemente alle gambe. È causata principalmente dall’aterosclerosi, dove depositi di grasso si accumulano sulle pareti delle arterie.

“Questa condizione può portare a una serie di sintomi e complicazioni, che colpiscono in modo significativo sia i pazienti che le loro famiglie”, spiega il Prof. Mazzolai. “La malattia si manifesta nei pazienti con dolore, crampi o affaticamento alle gambe durante l’attività fisica, che si attenua con il riposo. Ciò induce problemi di mobilità che influenzano le attività quotidiane e la qualità della vita. Se non trattata correttamente, la malattia può evolvere in forme gravi di PAD che potenzialmente portano a dolore presente a riposo, ulcere che non guariscono e rischio di amputazione. Inoltre, la presenza di PAD aumenta significativamente il rischio di eventi cardiaci e cerebrali”.

“Il peso che tali malattie pongono sulle famiglie è sostanziale, con pazienti che richiedono supporto in tutti i tipi di modi, comprese le attività della vita quotidiana. L’intera famiglia potrebbe dover adottare cambiamenti nello stile di vita per supportare il paziente, come un’alimentazione più sana e l’esercizio fisico”, spiega il Professor Rodriguez Palomares.

La natura cronica dell’arteriopatia periferica

Gli autori affermano che le raccomandazioni più importanti nelle nuove Linee guida del 2024 sono quelle che affrontano la natura cronica della PAAD, l’importanza dello screening e la necessità di strategie di trattamento complete, nonché la consapevolezza che si tratta di una malattia cronica che necessita di un follow-up a vita.

“Una percentuale significativa di pazienti è asintomatica e pertanto lo screening della PAAD è fondamentale, in base all’età, alla presenza di fattori di rischio cardiovascolare, alla storia familiare e/o alla presenza di caratteristiche sindromiche. La diagnosi di PAAD può essere facilmente ottenuta con un test/imaging vascolare non interventistico”, afferma il professor Rodriguez Palomares. Le linee guida evidenziano che un trattamento farmacologico ottimale (antitrombotico, ipolipemizzante, antipertensivo, antidiabetico) e l’enfasi sull’esercizio fisico e sui cambiamenti dello stile di vita sono obbligatori ed efficaci nel ridurre il carico di malattia. I pazienti con PAAD hanno un rischio cardiovascolare molto elevato e richiedono una gestione ottimale dei fattori di rischio quali ipertensione, iperlipidemia e diabete per prevenire gravi complicazioni.

Infine, gli autori sottolineano gli aspetti di genere e che la PAAD comprende malattie croniche che richiedono un’attenzione continua. Concludono: “PAAD è una malattia cronica che richiede un follow-up a vita da parte di specialisti vascolari, cardiologi e un gruppo multidisciplinare. Le donne spesso presentano una malattia atipica o asintomatica, che richiede un’attenzione speciale durante lo screening. L’esercizio fisico e i cambiamenti nello stile di vita sono cruciali prima di considerare la gestione interventistica nella PAAD cronica”.

 

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