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Osteoporosi: le nuove linee guida dell’American College of Physicians

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Blausen.com staff (2014). "Medical gallery of Blausen Medical 2014". WikiJournal of Medicine 1 (2).

L’American College of Physicians (ACP) ha pubblicato un aggiornamento delle sue linee guida che contengono raccomandazioni cliniche per il trattamento dell’osteoporosi primaria e della ridotta massa ossea negli adulti. In questo nuovo documento, ACP raccomanda i bifosfonati come trattamento farmacologico iniziale, per ridurre il rischio di fratture nei maschi e nelle femmine in postmenopausa con diagnosi di osteoporosi primaria. La linea guida completa è pubblicata su Annals of Internal Medicine.

In Italia circa 5.000.000 di persone con osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia scheletrica sistemica caratterizzata dalla diminuzione della massa ossea e dal deterioramento del tessuto osseo, che comporta un aumento del rischio di fragilità ossea e fratture, in particolare dell’anca, della colonna vertebrale e del polso.

L’osteoporosi viene distinta in due forme: primaria, che include le varietà post-menopausale e senile, e secondaria, che è dovuta a diverse patologie e all’assunzione di alcuni farmaci nel medio-lungo periodo.

Complessivamente, circa 10,2 milioni di persone di età pari o superiore a 50 anni negli Stati Uniti hanno l’osteoporosi e circa 43,3 milioni di persone (> 40% degli anziani statunitensi) hanno una massa ossea ridotta associata ad un alto rischio di progressione verso l’osteoporosi.

In Italia si stima che i pazienti con osteoporosi siano circa 5.000.000, di cui l’80% sono donne in post menopausa (Fonte: Ministero della Salute). Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2020, l’8,1% della popolazione italiana (il 13,5% delle femmine e il 2,3% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con una prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 32,2% oltre i 74 anni (il 47% delle femmine e il 10,3% dei maschi).

I bifosfonati sembrano presentare l’equilibrio più favorevole

Le linee guida ACP esaminano le nuove prove emerse sull’efficacia dei peptidi correlati all’ormone paratiroideo umano, degli inibitori della sclerostina, l’efficacia comparativa dei trattamenti e i trattamenti nei maschi. Tra le classi di farmaci valutate nelle donne in postmenopausa e nei maschi con osteoporosi primaria, i bifosfonati sembrano presentare l’equilibrio più favorevole tra benefici, effetti avversi, preferenze del paziente e costo. Oltre ai benefici clinici netti, i bifosfonati sono molto più economici di altri trattamenti farmacologici e sono disponibili in formulazioni generiche orali e iniettabili.

Le prove attuali suggeriscono che l’aumento della durata della terapia con bifosfonati oltre i 3-5 anni ha ridotto il rischio di nuove fratture vertebrali ma non il rischio di altre fratture. Tuttavia, vi è un aumento del rischio di danni a lungo termine. Pertanto, i medici dovrebbero prendere in considerazione l’interruzione dei bifosfonati dopo cinque anni di trattamento, a meno che non vi siano forti motivazioni che giustifichino la continuazione della cura.

L’inibitore del ligando RANK (denosumab)

Le linee guida suggeriscono inoltre l’utilizzo dell’inibitore del ligando RANK (denosumab) come trattamento farmacologico di seconda linea per ridurre il rischio di fratture nelle donne in postmenopausa e nei maschi con diagnosi di osteoporosi primaria, se questi hanno controindicazioni o manifestano effetti avversi dei bifosfonati.

L’ACP suggerisce che i medici utilizzino l’inibitore della sclerostina (romosozumab) o il PTH ricombinante (teriparatide), seguito da un bifosfonato, per ridurre il rischio di fratture solo nelle donne con osteoporosi primaria ad altissimo rischio di frattura.

Le linee guida si basano su una revisione sistematica e una meta-analisi di rete condotta dall’ACP Center for Evidence Reviews presso la Portland Veteran Affairs Research Foundation.

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